venerdì 10 maggio 2013

La bambina senza cuore -SPECIAL EDITION! (perché distruggere un libro che se lo merita è una missione!) - Recensione di Sara

Vi ricordate qualche giorno fa, quando ho asserito di aver letto questo "libro" (devo virgolettarlo, mi fa male fisicamente definirlo libro XD) su insistenza di un'amica?
Bene, siamo scese a patti e abbiamo concordato una recensione a quattro mani.. La cosa si è dimostrata più complicata del previsto, ma non temete!
Il blog ha l'onore di ospitare una nuova recensione dell'esperimento Speechless (che suona meglio di "libro")!!
Che non si venga poi a dire che non facciamo pubblicità alle novità, qui.. :D (E il fatto che sia una pubblicità totalmente NEGATIVA, sono dettagli).
Tralaltro mi sembra anche giusto: a fronte della valanga di opinioni positive, deve pur esserci una (nutrita) controparte :D

3, 2, 1, ENJOY!

"La bambina senza cuore é una fiaba dark che ricorda le atmosfere decadenti e oniriche di Tim Burton e Neil Gaiman"

Ecco, no: bisognerebbe fare attenzione coi paragoni avventati. Certo, Burton ormai viene accostato più o meno a qualunque cosa abbia una scena notturna/un disadattato/situazioni di creepytudine random. Ma, nonostante le lettrici italiane medie di fuff fantasy abbiano uno standard che definire pietoso é comunque un blando eufemismo, infilare Gaiman in una frase di richiamo é stato, secondo me, un grosso errore. Lo trovi, prima o poi, qualcuno che abbia letto i suoi libri - anche qui! Anche nella patria di Chiara Strazzulla e Davide Roma! Pensa un po' - e che quindi possieda una capacità di analisi superiore a quella di tizie col cervello ingolfato di pizzi vittoriani. Se Gaiman stesso non fosse troppo occupato a spupazzarsi Amanda Palmer un essere superiore, passerebbe l'esistenza a farsi un fegato enorme appresso a robe del genere.

Neil Gaiman intento a meditare
atroci vendette letterarie.

TRAMA: Whisperwood, 1890. Lola, dodici anni, si risveglia nella buca di neve in cui è stata sepolta. Non ricorda nulla. Sul suo petto una ferita aperta, testimone di un gesto efferato. Whisperwood, 1990. La vita di Nathan, quattordici anni, cambia la sera in cui decide di infrangere il coprifuoco che vige a Whisperwood. L’incontro con Lola, la pallida fanciulla che abita in un cimitero in rovina con un angelo di marmo, un gargoyle e un poeta dall’animo inquieto, sconvolgerà la sua esistenza per sempre. Un viaggio a ritroso nelle pieghe del tempo. Un’antica maledizione. Un tortuoso percorso verso la verità. Romanzo d’esordio della collana Speechless Books, La bambina senza cuore di Emanuela Valentini segna l’affacciarsi nel panorama della narrativa fantastica di un progetto multimediale nato per essere ascoltato oltre che letto, impreziosito dalle illustrazioni di Giampiero Wallnofer, dalla grafica di Petra Zari e dalla voce di Cristina Caparrelli.


Già la trama non é esattamente il trionfo dell'originalità: c'é l'ambientazione dark, la fanciulla misteriosa, l'adolescente tormentato, il paesello maledetto e via stereotipando. Tutttavia, se la tecnica narrativa é valida, si può leggere anche un romanzo storico incentrato sul ciabattino della prozia di Lucrezia Borgia, e apprezzarlo ugualmente. Invece La bambina senza cuore é scritto in maniera banale. Eccessivamente didascalico nel presentare il contesto ( contravvenendo all'importante regola dello show, don't tell ), come qui:

"Il palazzo del Municipio si trovava al centro di Whisperwood, su Leaves Street. Gli edifici moderni, il traffico nelle ore di punta e la quantità di negozi davano l’illusione di trovarsi in una qualsiasi città del mondo. Da lì non si vedeva il bosco. L’auto del Sindaco si immise nella corsia di destra e s’incanalò verso il grande incrocio in fondo alla strada. Curvando a sinistra si sarebbe arrivati in pochi minuti alla stazione ferroviaria passando per Old Whisper e Lakegreen, i quartieri più vecchi della città, quelli prossimi al Greenie. Nei tempi passati, quando non esistevano strade, il fiume era stato di fondamentale importanza per i traffici con Londra, Manchester e Liverpool. Per il commercio e i trasporti di merci destinate ai mercati. A quei tempi la città viveva nella speranza di grandi promesse, prima che un destino avverso ne bloccasse per sempre lo sviluppo, in un crescendo di eventi malevoli esacerbato dall’isolamento della zona. Dirigendosi a destra si raggiungeva la zona residenziale di Whisperwood, dove ville di epoca vittoriana si stagliavano contro il cielo quasi sempre plumbeo, tra giardini ricamati di salici piangenti e locali diurni dove era possibile mangiare e ascoltare musica. C’erano anche un paio di teatri con spettacoli pomeridiani. William attraversò l’incrocio e proseguì diritto. Lungo i marciapiedi di Leaves Street si trovavano pub tipicamente inglesi e piccoli ristoranti di cucina indiana, cinese, libanese, spagnola, tutti con verande colorate aperte verso la strada e rigorosamente gestiti da gente del luogo. Il cielo scuriva rapidamente. Svoltando in Bricklane Street, il parabrezza si riempì dell’ombra verde del bosco. Il digradare dei palazzi e del traffico condusse William a Belt Trees, il quartiere dove viveva con il suo unico figlio, Nathan. Le costruzioni in quel lato della città erano basse e ordinate, inserite ai lati di larghi viali alberati. Inoltre, eleganti cottage coi comignoli fumanti e giardini pubblici curati facevano di Belt Trees una ottima zona in cui vivere, sebbene fosse sfornita di locali e negozi. "


Il padre di Nathan si dirige verso casa, ma più che altro si ha l'impressione che stia pensando di dimettersi dalla carica di Sindaco, in favore di una promettente carriera di agente immobiliare. Prolisso, inutile.

Un significativo riassunto
dei paragrafi soprastanti

Il registro é inutilmente ricercato, salvo poi scivolare in approssimazioni che stridono col contesto. C'é spesso una pessima gestione del punto di vista, ( ad esempio nella scena del fornaio, con dialoghi confusi in cui non si capisce quale sia il personaggio che parla). Lo stile é piatto e distrugge ogni tentativo di evocare immagini suggestive:

"Nathan si scostò i capelli infangati dalla faccia e bevve il té. Era assetato e la bevanda, amarognola, non era sgradevole come il suo odore. Lui Lola non la capiva. Non comprendeva cosa ci fosse di sospeso, in lei e cosa mai significassero le parole sul passato e sul futuro. Forse quella ragazzina dai modi affettati e dal linguaggio antico aveva molto sofferto, da piccola. Forse aveva perso la memoria e si era ricostruita una strana esistenza sull’isola di Whisper. E però Lola non era l’unico motivo di stupirsi che quella sera gli era toccato in sorte; di fronte a lui, seduto sul prato, un grande angelo di pietra teneva un gargoyle tra le braccia, lo cullava mentre fissava il cielo. Uno spettro che declamava poesie sedeva sul tetto del mausoleo fumando una pipa immaginaria. Lui li vedeva. Da quel lato della collina il tempo sembrava sospeso. I colori più brillanti e i profumi più intensi. L’aria non era fredda e il vento si era calmato. “Che sia un’illusione?” si disse. In risposta, Lola sedette di nuovo al suo fianco e cantò una ninna nanna di terra e radici. Nathan ammutolì. I suoi pensieri, le sue paure, i suoi dubbi: tutto ammutolì in lui, sino a svanire. Era come se il mondo circostante partecipasse al canto. Come se l’acqua, l’aria e il fuoco degli astri con le loro voci accompagnassero quella di Lola; le parole che pronunciava prendevano forma nell’aria mentre si allontanavano da lei galleggiando come bolle di sapone. La bocca gli si piegò in un sorriso e non seppe più se quello che desiderava era davvero tornare a o casa sua, alle vecchie abitudini o restare lì per sempre, cullato in quella macabra notte d’ottobre, dove anche i fiori – piccoli fiori neri simili all’elleboro – spuntavano a centinaia dalla terra chiamati alla vita da lei. E dondolavano corolle che erano minuscole scatole craniche, a tempo con la brezza. La mano di Lola nella sua era morbida. Tutto era talmente perfetto che Nathan sentì le lacrime pungergli gli angoli degli occhi. Persino le stelle, con pallide facce luccicanti, scesero dal cielo a grandi balzi: danzando si posarono sul prato con oscillanti, lunghissime braccia di luce. Emettevano piccolissimi suoni intrecciati al vento, come risate. La voce di Lola, profonda e dolce, faceva sbocciare i fiori. Donava armonia a tutte le cose. Nathan chiuse gli occhi. E poi tutto si fece confuso, caldo e buono."

Ecco, questa dovrebbe essere una scena clou, e invece mi ha suscitato soltanto un forte senso del ridicolo: arriva senza nessuna tensione dopo un preambolo, appunto, piatto. Anche i dialoghi sono gestiti male, a volte ai limiti del nonsense - come nel caso della visita inaspettata del vecchio Lester a casa dei Morris: un capitolo in cui nel mio cervello lampeggiava l'enorme scritta al neon WTF?!? -

Era questo che avevi in mente quando hai
suonato il campanello, Lester: Ammettilo

Cose simili azzoppano la trama e fanno calare drasticamente l'attenzione, portando a fare maggior caso ad imprecisioni come questa:

"Pescò dalla cesta anche l’orsetto imbottito e se lo posò in grembo, assieme alla busta dei nastrini argentati. Gli occhi erano la cosa più difficile. Tagliò una porzione di nastro e ne fece un nodo. Quella era la prassi. Ogni occhio, un piccolo nodo d’argento. Gettò uno sguardo al pavimento disseminato di animali di stoffa e non poté esimersi dal domandarsi quanti nodi avesse stretto nella sua vita. Quindi applicò il nastrino annodato sul muso del pupazzo studiando la distanza dalla bocca irta di dentini a punta, e sollevò lentamente le dita che stringevano l’ago. La luce delle candele colpì il metallo e lo fece brillare. Maud odiava la luce elettrica. Avvicinò il viso e rigirò l’ago tra i polpastrelli godendo del suo scintillare. Poi si bloccò. In quel minuscolo specchio vide sé stessa e non si riconobbe. Con un moto d’orrore si vide maligna, oscura; l’espressione del suo viso era molto distante da quella che credeva di trovare, da quella che pensava di avere dipinta in faccia mentre cuciva. Si avvicinò ancora alla superficie lucida, il petto sollevato da respiri lenti e dolorosi. Non stava affatto sorridendo. I suoi lineamenti erano distorti, piegati in una smorfia ostile. Non sembrava affatto felice; e dunque cos’era un hobby, se non qualcosa che facesse stare bene? A cosa serviva trascorrere i giorni e le notti di una intera vita impegnati in un’attività, se questa trasformava in mostruosità tali? Era diventata un creatura orribile. Con un grido strozzato, Maud conficcò la punta dell’ago nel muso dell’orsetto, soffiò sulle candele e se ne andò a dormire. "

La vecchietta in questione SI SPECCHIA IN UN AGO. E no, non é la signora Minù. Non ho battuto ciglio alla comparsa dell'angelo, del fantasma, del gargoyle e via discorrendo, ma questa inverosimiglianza mi ha fatto davvero storcere il naso. E questo significa soltanto che la narrazione non funziona.

L'unica vecchia signora col diritto di specchiarsi in improbabili superfici

Il ritmo sempre uguale non mi ha fatta appassionare minimamente alla storia; lo scontro finale é arrivato e io non vedevo l'ora che finisse. L'ultima scena, che nelle intenzioni doveva essere commovente e piena di pathos, mi ha lasciata indifferente e anche un po' imbarazzata. Una freddezza data anche dalla mediocre caratterizzazione dei protagonisti. Poco credibile Nathan, lagnosa e irritante Lola; la sensazione generale é di pesantezza e le scarse sfaccettature non consentono di empatizzare con nessuno dei personaggi.

L'entusiasmo

E veniamo all'accostamento a Neil Gaiman: leggendo la Bambina, mi é venuto in mente molte volte il racconto "Il cimitero senza lapidi" ( e il suo successivo ampliamento, "Il figlio del cimitero"), ma mai in senso positivo. E' come se la prosa di Gaiman fosse stata presa, annacquata, appiattita e privata della sua componente fondamentale: l'ironia. Qui non ce n'é traccia, nemmeno in situazioni che potenzialmente avevano tutte le carte per essere brillanti. E' inutile mettere un gargoyle da riporto, un angelo di marmo e il fantasma di un poeta romantico se poi li fai interagire in maniera noiosa. E poi, diciamolo: Percy Shelley. Inserirlo in un fantasy poteva anche essere interessante ( tutta la faccenda dei cuori é, se non altro, indice di approfondimento e documentazione) e invece gli é toccata la maggior parte dei dialoghi macigno; l'ho trovato un personaggio totalmente sprecato.

Lui era convinto di essere stato seppellito nel
cimitero acattolico di Piramide. E invece.

La grafica e l'impaginazione sono carine e curate, e le illustrazioni di medio livello (tranne due o tre, davvero belle). Proprio guardando le illustrazioni, ho avuto la conferma che chi ha scelto la copertina lo ha fatto girando su se stesso dopo svariati shottini; cosa c'entra la gnocca simil-Rojo con una dodicenne fragile e dall'aria indifesa? Misteri editoriali.

Perché??



In conclusione, La bambina senza cuore é un romanzo banale ed eccessivamente semplicistico (E no, non basta invocare la struttura della fiaba, che é per sua natura chiara e comprensibile. Non confusa e avvitata su se stessa.); leggendo qualche recensione, mi sono resa conto che le principali fruitrici di questo tipo di narrativa:
a) consumano tutte gli stessi libri
b) che fanno mediamente schifo
c) e che però vengono osannati senza il minimo senso critico e/o giudizio qualitativo

E' sicuramente erba fantasy

Come se la narrativa fantasy fosse una branca della chick-lit spolverata di fantastico. Ve le meritate proprio, le fascette promozionali della Newton Compton.

Vi metto la mia recensione sotto spoiler! :DD


SPOILER (clicca per visualizzare)

15 commenti:

  1. Sono due recensioni fantastiche XD devo ammettere che questo libro un po' mi ispira, tra ninna-nanne di terra e radici, spilli come specchi (e forbicine come coltelli da arrosto?), lo stradario che ti butta informazioni inutili in faccia e l'atmosfera che sembra il connubio scemo de "Il Figlio del Cimitero" e "Lasciami Entrare" *-*

    La copertina è molto interessante, sembra quasi di Royo (o della Frances)... ma ha un minimo di attinenza con la trama? Mi pare di no :P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahaah, esatto nessun attinenza!
      Tutta fuffa e niente arrosto! :D

      Anche tu hai apprezzato "Lasciami entrare"? ç_ç Io l'ho amato profondamente!!! E Gaiman.. Qui ci sono solo complimenti per il suo grande genio!! :D

      Elimina
    2. Lasciami Entrare mi è piaciuto moltissimo ç_ç così si scrive una storia tra un umano e un vampiro U_U

      Gaiman è Gaiman. Lo compro a scatola chiusa.

      Elimina
    3. Altro che vampiri sbrilluccicosi, buoni e gentili.. SANGUEEE! Vogliamo il sangue!! :DD

      Ahaha, totalmente d'accordo sugli acquisti a scatola chiusa per Gaiman!!

      Elimina
  2. Esilarante anche questa seconda recensione. Se non altro non sono l'unica a non averci sentito Gaiman.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nooo! Avendo letto Gaiman, è impossibile rivederlo qui!! :))

      Elimina
  3. rba fantasy??ha ha ha... leggerò anch'io questo libro prima o poi..ti farò sapere:)

    RispondiElimina
  4. ahahaha se non altro questo libro qualcosa di buono ha portato: le vostre recensioni!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. AHAHAAHAH!
      Hai visto, sì?
      Io leggo i libri monnezza solo per questo XD

      Elimina
  5. Ha ragione Vittoria, i libri brutti con te servono a qualcosa!!! Le mie recensioni negative sono astiose, le tue fanno scompisciare :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahaah grazie!! <3
      Si, effettivamente tirano fuori il meglio di me.. :DD

      Elimina
  6. dopo tutti i pareri positivi che ho letto su questo libro, credevo di avere la demenza senile anticipata... il libro è orrendo, e non solo per i paragoni vergognosi con altri scrittori del genere che hanno fatto la differenza, ma perchè la trama , i peronaggi e l'ambientazione sono ridondanti e poco credibile, Dio dell'editoria salvaci, perchè quest' aurice ha vinto il concorso Mondadori Crhysalide 2013 nella categoria paranormal fantasy... mistero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma seriamente ha vinto il concorso??
      Vabbè, non mi stupisco più di niente! ahaha! :DD

      Elimina
    2. si, nella sessione paranormal fantasy, cmq io non capisco quelle persone che quando leggono una recensione negativa con un po' di sarcasmo dicono che si parla per invidia, non è invidia quello è realismo, fa male, ma chi scrive deve saper accettare le critiche, altrimenti cambi mestiere. ho letto questo libro perché mi era stato presentato come qualcosa di nuovo ed originale, ed invece mi sono ritrovata tra le mani stereotipi a non finire, una trama scopiazzata, e uno stile che vorrebbe emulare il gotico ed il noir, ma fallisce miseramente perché risulta solo noioso.la cosa da brividi è che le case ed. pubblicano in base ai download sul web, che poi sono lo specchio delle amicizie su fb. ecco perché è a anni che non riesco a leggere qlcsa di decent, almeno nel panorama italliano. che tristezza. ( scusate lo sproloquio)

      Elimina