martedì 11 marzo 2014

La fenice rossa - Tess Gerritsen

IL LIBRO IN PILLOLE: Si legge e si dimentica con eguale facilità



Innanzitutto, il colpo che mi è preso quando ho scoperto che questo è il nono volume della serie (su dieci).
Insomma, io su queste cose sono maniaca.. Si inizia dal primo e non si sgarra per niente al mondo.. E se mi manca materialmente un volume in mezzo, la serie si interrompe fino a data da destinarsi.
Ero tentata di mettere da parte la lettura e riacchiappare i precedenti ma a) ero già a buon punto e b) fino a quel buon punto, la Gerritsen non mi ha fatto strappare i capelli dall'emozione/coinvolgimento e quindi rischiavo di abbandonarlo a sé stesso fino alla prossima vita.. :D
Mi sono fatta coraggio, mi sono detta che era per il mio bene e che la pila dei non iniziati andava per forza smaltita e l'ho terminato.
Che dire? Tocca che mi sbrighi a scriverne una recensione perché tra poco non mi sarà rimasto niente XD
Un libro leggibile, con un pizzico di mistero (ma senza esagerare! Del genere "Bevi responsabilmente" XD) ma che finisce presto nella categoria "mmmh boh, sì. Carino".
Secondo me, ci sono due difetti principali che proprio non mi hanno fatto apprezzare di più l'opera.
Innanzitutto, i personaggi. Per tutti i pomodori raccolti ancora verdi (un minuto di silenzio, prego)... E' possibile ottenere un po' di coinvolgimento emotivo da loro?? Per favore!
I protagonisti - Jane e Maura principalmente, ma anche gli altri due poliziotti così inutili che mi sono già dimenticata i nomi - sono degli involucri vuoti che agiscono stile marionette. Zero caratterizzazione, zero empatia.. Niente di niente. Ogni tanto vengono presentati alcuni aspetti della loro vita privata ma mi è sembrato un tentativo goffo di agire come "tappabuchi" in momenti morti del romanzo. Spesso mi sono trovata a comunicare con l'autrice: "Sì.. e quindi? Tess, FOCUS! Torna alla storia, che già fa acqua da tutte le parti, ci manca solo che ti metti a cazzeggiare su cose inutili di cui nessuno sente l'esigenza".
Insomma, di una piattezza allucinante.. Che poi da questo punto di vista, sui thriller sono una maledetta viziata. Sia con Connelly che è il dio del thriller che con Harry Bosch ha fatto 31 (ehm, egregio.. La smettiamo di scrivere libri su quell'idiota di Haller? Grazie :3) che con la George, dove la caratterizzazione dei protagonisti - buoni o cattivi che siano - è uno dei tratti distintivi.
Insomma, povera Tess.. Sicuramente giochi sfavorita, direi quasi una sconfitta a tavolino.. Però un minimo di impegno eh!

Poi - e qui mi rendo conto trattarsi di un mio problema, magari voi potete trovarlo interessante/coinvolgente - è il fatto che il libro si appiglia a leggende, personaggi mitologici, esseri sovrannaturali e via discorrendo.. MA LA SMETTI? E' un thriller, voglio fatti! Voglio poter dire "Cavolo, è stato il maggiordomo con il candelabro nello studio", non dover stare lì e chiedermi se l'assassino sia una scimmia mitologica o il mostro della Marana.. -___-
E' il motivo per cui a me la Christie non ha mai convinto (oltre al sonno che ogni volta mi provoca XD): che diamine, vorrei provare a capire la dinamica dell'omicidio senza che venga chiamato in causa il folletto, My Little Pony, le Barbie o lo Spirito Santo.

Se a questo poi aggiungiamo l'indolenza che mi ha trasmesso Jane (e pur avendo scritto il suo nome poco fa, ero ancora indecisa con Jean o Jennie. Insomma, personaggi che ti rimangono nel cuore, mi dicono.) e l'antipatia profonda della cinese (che ha addirittura diritto ad  alcuni capitoli in prima persona.. Mamma mia quanti schiaffi le avrei dato!), mi sembra che già che abbia raggiunto la sufficienza sia un grande risultato XD

E il finale.. Ah beh, sei meglio te Tess :DD


La sconosciuta che giace sul tavolo settorio dell’anatomopatologa Maura Isles è molto giovane. E molto bella. I lunghi capelli castano ramato contrastano con la pelle chiara, tesa sugli zigomi alti. È stata ritrovata sul tetto di un edificio nella Chinatown di Boston, da un gruppo di turisti in cerca di brividi durante un Ghost Tour tra i misteri e le leggende dell’antico quartiere. Qualcuno le ha sparato un colpo di pistola, poi le ha mozzato una mano. La scoperta più inquietante però è quella fatta da Maura durante l’autopsia: sul corpo della vittima infatti viene ritrovato un misterioso capello argentato che, dalle prime analisi, non sembra appartenere a nessuna specie conosciuta. Inizia così per l’ispettore Jane Rizzoli una difficile indagine. Unico, sottilissimo elemento in suo possesso il fatto che l’edificio dov’è stata ritrovata la ragazza diciannove anni prima ospitava un ristorante cinese, La Fenice rossa, che era stato teatro di una strage. Il cuoco del ristorante aveva ucciso quattro clienti e si era suicidato. Cinque vittime, senza alcun legame tra loro, una carneficina subito attribuita a un attimo di follia. Ma qualcuno, evidentemente, non sembra pensarla così. Qualcuno venuto dal passato e pronto a tutto pur di ristabilire la verità, anche a uccidere...

4 commenti:

  1. la Gerritsen mi ha sempre attirata. Perchè dopo il fantasy, o forse a pari merito,il thriller è uno dei generi che più amo, il mistero la tachicardia, i colpi di scena...e ne ho sempre sentito parlar bene di lei..ovviamente non ho mai letto nulla perché, da qui che riesca a scalare la fila dei "libri ancora da leggere" avrò 90 anni!!
    vedremo..magari inizio dal primo e se mi attira continuo..magari ha iniziato bene e a te è capitato quello in cui aveva finito la benzina..vai a sapere;)

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    1. VALE!!! ♥♥
      Anche io adoro il thriller.. Ma mi rendo conto di essermi fossilizzata un po' troppo su due/tre autori senza dare speranza agli altri.. Vediamo di recuperare!! Se lo leggi poi mi dici!!^^

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